GRANO DURO SAN PASQUALE

Triticum durum Desf.

Storia e curiosità

Il grano duro San Pasquale è noto anche come “duro San Pasquale” o “San Pasquale”. Fra i grani duri risalenti come costituzione a più di novanta anni fa, quantunque inizialmente coltivato su vasti territori dell’Italia Meridionale, ed in particolare sul litorale ionico, oggi è quello meno diffuso in quanto risulta coltivato e conservato solo presso Enti pubblici. Questo grano duro si diceva fosse coltivato in collina come in montagna con scarsa produttività quantunque qualche autore negli anni ’30 lo abbia riportato come apprezzato per la produzione di paste negli areali in cui era presente. La pianta, di altezza compresa tra 95 e 110 cm, mostra, a differenza di altri grani di antica costituzione, un portamento eretto. La spiga di colore biancastro e forma fusiforme presenta una densità media e cariossidi semi-allungate.
Al fine di ampliare le conoscenze su questa varietà un campione di semi è stato recuperato presso la banca del germoplasma del CNR IBBR di Bari e affidato per la conservazione in campo presso l’Azienda del Centro Didattico Sperimentale “P. Martucci” al Dipartimento di Scienze del Suolo
della Pianta e degli Alimenti, Università degli Studi Aldo Moro di Bari. L’utilizzo segnalato del grano duro San Pasquale è prevalentemente alimentare.

Pianta
  • Portamento: eretto
  • Altezza (culmo, spiga e reste) (cm): 95-110 cm
  • Glaucescenza spiga: assente o molto debole
Spiga
  • Colorazione delle reste: biancastro
  • Colore a maturazione: biancastro
  • Forma: fusiforme
  • Densità: media
Cariosside
  • Forma: semi-allungata
  • Colore: ambrato
  • Alternativo
  • Epoca di spigatura (gg da 01.04): 12-28
  • Produzione spiga: 2,73-3,36 g
  • Peso mille semi: 44-46 g
Cont. Proteico (g/100g)
13.5%
Allettamento alla raccolta
Resistenza al freddo
Resistenza al mal bianco